una città da coltivare: ecco i nuovi orti a Torino.

Idee admin 26 marzo 2013

sociali, biologici, collettivi, terapeutici e scolastici, al via le nuove regole.

Il nuovo regolamento comunale per l’assegnazione e la gestione degli orti urbani è stato approvato, ieri sera, dal Consiglio comunale, con 21 voti favorevoli (SEL, PD, IDV, Moderati), 5 contrari (Lega e PDL) e 2 astenuti (M5S).

Finora, la materia, era stata disciplinata dalla delibera del 1986, con provvedimenti effettuati, nel corso degli anni, dalle Circoscrizioni.
L’agricoltura urbana favorisce le relazioni sociali, l’utilizzo di suolo in aree degradate, controllo e senso di appartenenza del territorio. Rappresenta, infine, uno strumento educativo per i ragazzi e terapeutico per le persone svantaggiate.
Sono spazi pubblici che attirano le persone a viverli, a uscire di casa per dedicare tempo a qualcosa che riempie e appaga la propria vita.
Gli orti, inoltre, costituiscono il recupero della fascia periurbana, zona di contatto tra mondo rurale e mondo urbano, oltre che la difesa del suolo inteso come bene limitato e non riproducibile.
Gli appezzamenti di terreno saranno assegnati con un bando circoscrizionale, la superficie non dovrà essere inferiore a 50 mq nè superiore a 100 mq.
Prevalentemente gli orti assegnati avranno destinazione sociale (ISEE fino a 15mila Euro) mentre il 20% saranno riservati ad appezzamenti con fini educativi, pedagogici o terapeutici e di prossimità.
I terreni dovranno essere coltivati biologicamente, con il divieto di concimi chimici e prodotti inquinanti.
Il canone annuo va dai 50 Euro (scopo sociale) e 200 Euro (per la gestione collettiva). I primi bandi saranno attivati nel prossimo autunno.

Soddisfatto il primo firmatario della delibera Marco Grimaldi: << Dopo tanti anni volevamo cogliere il cambiamento culturale rispetto al vecchio regolamento risalente agli anni Ottanta del secolo scorso che faceva riferimento ad una realtà caratterizzata dagli orti sociali che rappresentavano per molti immigrati a Torino un “ritorno alla terra”. Oggi ci sono invece nuovi cittadini che chiedono di avere accesso a questa attività, ma anche nuove necessità e nuovi usi, per esempio scuole e associazioni che utilizzano l’orticoltura per finalità educative, pedagogiche e terapeutiche.

Inoltre abbiamo aggiornato il capitolo che riguarda i divieti e gli obblighi previsti dal precedente regolamento quando l’orto veniva concepito dalle persone che l’avevano in concessione come un “luogo privato”.  Oggi invece, come ci insegnano le esperienze come MiraOrti, serve maggiore condivisione, a partire degli spazi in comune.

L’orto urbano va ripensato sia per abbattere i costi di gestione dovuti alla costante manutenzione sia per creare usi alternativi all’interno dello stesso verde dove una presenza costante permetterebbe oltretutto di avere un presidio controllato a favore della sicurezza, creando reti informali di scambio e aiuto. Abbiamo inoltre previsto di dare in concessione piccoli appezzamenti (sotto i 2.500 mq) ad associazioni, a soggetti del privato sociale senza fini di lucro e/o soggetti privati per realizzare un progetto complessivo che integri esperienze di agricoltura urbana con la tutela del paesaggio e del suolo.

Anche se oggi l’agricoltura in città non occupa più i «2 milioni di metri quadrati di appezzamenti abusivi attorno ai quali ruotavano 20 mila famiglie» come scoprì una ricerca del Politecnico all’inizio degli Anni ‘80, riguarda comunque 400 orti sparsi per la città che nei prossimi anni potranno diventare più di duemila. Speriamo che oggi la Sala Rossa apra una nuova piccola rivoluzione che serva a valorizzare gli spazi verdi sottraendoli al degrado ed alla marginalità, sostenendo la socialità e la partecipazione dei cittadini>>.

MARCO GRIMALDI

Regolamento orti urbani

_thanks:

_credit: foto di MiraOrti* http://miraorti.com/

MIRA ORTI AT THE RE FILE EVENT http://www.fravshop.com

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