Alla ricerca di nuove aree coltivabili al parco del Meisino.
Idee admin 26 giugno 2013Con il recupero del parco del Meisino, sono nati anche qui gli orti urbani comunali. L’esperienza ha come data di inizio il 2010 quando, dopo la bonifica dell’area nei pressi della Borgata Rosa, un tempo luogo di abbandono di rifiuti e di rottami, tra corso Casale e via Agudio, sono stati assegnati una cinquantina di appezzamenti di terreni, là dove in realtà ne esistevano di non autorizzati.
Fine dell’abusivismo quindi per i piccoli agricoltori, ma l’inizio di un’attività organizzata, coordinata, seppure ogni tanto con qualche piccolo problema, ed esportata in altre circoscrizioni cittadine.
Una realtà che la commissione Ambiente, presieduta da Marco Grimaldi, ha voluto toccare con mano, organizzando, nei giorni scorsi, un sopralluogo tra filari di pomodori, pergolati di viti, piante di fagiolini ed ogni tipo di insalata. Un luogo, inserito nell’ambiente naturalistico del Meisino, caratterizzato dalla cura e dalla passione di piccoli agricoltori, prevalentemente anziani e pensionati.
Cura non solo degli orti, tutti ben recintati e delimitati, ma anche delle parti comuni, con i vialetti costantemente puliti da erbacce e abbelliti da fioriture di gigli e di rose.
Le casette in legno per il ricovero degli attrezzi conferiscono ancora di più il senso di una realtà bene organizzata e ben gestita.
Perché dunque non andare oltre? E’ quanto si sono chiesti i consiglieri della Commissione, dialogando con i tecnici comunali, per capire se esista la possibilità di eventuale estensione delle aree coltivabili all’interno del parco, tanto più che, da alcuni mesi, è entrato in vigore un regolamento ad hoc per l’assegnazione e la gestione di orti urbani.
Da una prima ricognizione delle aree su una mappa, si è passati alla visita del parco. Un’area verde che, unendo San Mauro con Torino, contribuisce a fare del capoluogo piemontese una delle città più verdi d’Italia: i torinesi, infatti, possono contare su circa 21 metri quadri a testa di verde pubblico.
Con il recupero del parco del Meisino, sono nati i primi orti urbani regolamentati. L’esperienza ha come data di inizio il 2010 quando, dopo la bonifica dell’area nei pressi della Borgata Rosa, un tempo luogo di abbandono di rifiuti e di rottami, tra corso Casale e via Agudio, sono stati assegnati una cinquantina di appezzamenti di terreni, là dove in realtà ne esistevano di non autorizzati.
Fine dell’abusivismo quindi per i piccoli agricoltori, ma l’inizio di un’attività organizzata, coordinata, seppure ogni tanto con qualche piccolo problema, ed esportata in altre circoscrizioni cittadine.
Una realtà che la commissione Ambiente, presieduta da Marco Grimaldi, ha voluto toccare con mano, organizzando, nei giorni scorsi, un sopralluogo tra filari di pomodori, pergolati di viti, piante di fagiolini ed ogni tipo di insalata.
Un luogo, inserito nell’ambiente naturalistico del Meisino, caratterizzato dalla cura e dalla passione di piccoli agricoltori, prevalentemente anziani e pensionati.
Cura non solo degli orti, tutti ben recintati e delimitati, ma anche delle parti comuni, con i vialetti costantemente puliti da erbacce e abbelliti da fioriture di gigli e di rose.
Le casette in legno per il ricovero degli attrezzi conferiscono ancora di più il senso di una realtà bene organizzata e ben gestita.
Perché dunque non andare oltre? E’ quanto si sono chiesti i consiglieri della Commissione, dialogando con i tecnici comunali, per capire se esista la possibilità di eventuale estensione delle aree coltivabili all’interno del parco, tanto più che, da alcuni mesi, è entrato in vigore un regolamento ad hoc per l’assegnazione e la gestione di orti urbani.
Da una prima ricognizione delle aree su una mappa, si è passati alla visita del parco. Un’area verde che, unendo San Mauro con Torino, contribuisce a fare del capoluogo piemontese una delle città più verdi d’Italia: i torinesi, infatti, possono contare su circa 21 metri quadri a testa di verde pubblico.
Gli orti, tutti recintati, con le casette per il ricovero degli attrezzi
Piste ciclabili, piccoli boschi e praterie che, ovviamente, richiedono notevoli spese di manutenzione. L’appalto del 2008 per il solo taglio dell’erba, ad esempio, prevedeva un costo annuale di circa 250 mila euro. Ma, trattandosi di parco naturalistico, perché non chiedere aiuto alla natura stessa? Di qui l’idea di coinvolgere mandrie e greggi per ridurre i costi legati agli sfalci estivi: mucche e pecore, così, già da alcuni anni fanno risparmiare alla Città circa 30 mila euro a stagione.
All’interno del Meisino sono anche presenti aree private, come il galoppatoio militare o come alcune piccole aziende che occupano ancora zone a rischio esondazione.
Tra alberi e vecchi cascinali già restaurati, hanno osservato i consiglieri, potrebbero essere attrezzati luoghi per pic nic. L’armonizzazione di tutte queste realtà potrebbe, in prospettiva, portare ad individuare ulteriori zone coltivabili, garantendo, al tempo stesso la fruibilità del parco da parte di chi ama quiete e natura.
Ufficio Stampa, Consiglio Comunale, Federico D’Agostino.