Via libera al Bici plan le piste ciclabili arrivano in periferia.
Idee admin 28 giugno 2013Ci sono voluti due anni, un lungo parto fatto di consultazioni con le associazioni, titubanze e rinvii, ma alla fine la città ce l’ha fatta. È stato presentato ieri in commissione Ambiente il nuovo Bici Plan, il piano strategico con cui Torino estenderà la sua rete ciclabile a tutti i quartieri, fino al confine con la prima cintura. Colmando (per ora sulla carta, si spera il prima possibile su strada) i buchi di un trasporto, quello su due ruote, fortemente penalizzato a livello di infrastrutture, ma che sempre più torinesi scelgono perché ecologico, rapido e molto economico.
Il modello Nord Europa è irraggiungibile, ma l’obiettivo del piano Bici è di avere in 10 anni il 15% di pedalatori che si spostano in città (ora sono il 2%). Ieri, le fondamenta sono state gettate. Il documento delle nuove «autostrade delle bici» è un papiro lunghissimo. Elenca interventi strada per strada, costi e chilometri mancanti (dai 175 attuali si vorrebbe arrivare a 310 chilometri di ciclabili) ed è il frutto di «un confronto con le circoscrizioni e le associazioni, un risultato di cui siamo molto soddisfatti, perché è partito dal basso», spiega l’assessore alla Viabilità, Claudio Lubatti. Più che sui tempi – la fine dei lavori è prevista per il 2022, non proprio dopodomani –, le novità del quasi raddoppio delle ciclabili riguardano i costi. La commissione, guidata da Marco Grimaldi, si è impegnata a «portare avanti una mozione che destini alla mobilità 2 milioni del canone annuo che ricaveremo dalla vendita dei parcheggi Gtt». Due milioni così ripartiti: «1,2 milioni ogni anno per la manutenzione di buche e strade, 800 mila specifici per l’incremento delle ciclabili». Fosse realizzata questa ipotesi, il budget del Bici Plan passerà da 600 mila euro a 1,4 milioni annui.
«Se dal Bilancio si riuscirà a ottenere la cifra proposta, la fine dei lavori potrebbe essere anticipata al 2020», assicura Grimaldi. La discussione «sulle risorse inizia ora – precisa l’assessore all’Ambiente, Enzo Lavolta –, anche se credo che avendo stilato un documento importante e condiviso da tutti, sarà più facile trovare i soldi«.
La richiesta dell’associazione Bike Pride è che il 15% dei proventi destinati alla sicurezza stradale (cioè il 50% dei guadagni dalle multe) sia puntato sul piano regolatore delle bici. Un gruzzolo che permetterebbe di iniziare dal 2014 gli interventi più sostanziosi. Tra questi, nelle prossime settimane la commissione Ambiente proporrà una mozione per estendere le zone a 30 chilometri orari in tutti i borghi di Torino.