Qui Torino. Italia. Pianeta Terra.

Idee admin 18 settembre 2013

Sarà che io il tram lo uso ogni giorno da trent’anni, ma in questa vicenda chi sta sulla Luna è una parte della Giunta che ha perso il contatto con la città e con quello che i nostri elettori pensano.
Perdere il controllo pubblico di GTT è prima di tutto un errore politico. Il Consiglio comunale di Torino ha votato un atto d’indirizzo due mesi fa per mantenere almeno il 51% in mano pubblica: una scelta chiara. Torino. Italia. Pianeta Terra.

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Gtt, il sindaco rompe gli indugi

La proposta di Fassino nella riunione di maggioranza porterebbe più vantaggi per il Comune. Sel alza le barricate e Passoni replica a Grimaldi: “Non sei sul tram, così sei sulla luna”

di DIEGO LONGHIN

Il 49 non basta. Il sindaco Fassino propone di andare oltre e di vendere l’80 per cento di Gtt. Scelta che potrebbe avere effetti anche sui futuri assetti di maggioranza se Sel dovesse mantenere la linea dura del “no” alla cessione della quota di controllo. Quello che in diversi temevano (altri auspicavano) è successo nella riunione di maggioranza di ieri.

Dopo tre mesi di verifiche, il primo cittadino, gli assessori al Bilancio, Gianguido Passoni, e alle Partecipate, Giuliana Tedesco, hanno spiegato che “vendendo il 49 per cento ci sarebbe un solo soggetto interessato, andando oltre si presenterebbero in diversi”. Durante il vertice non sono stati fatti nomi espliciti e cifre, tranne il fabbisogno del Comune che è nell’ordine di 80 milioni.
Il soggetto interessato al solo 49 per cento potrebbe essere Trenitalia, questa volta attraverso Bus Italia, che ha già presentato un’offerta lo scorso anno, poi rifiutata dal Comune perché non congrua. Gli altri gruppi di cui si è parlato in questi mesi, come la anglo tedesca ArrivaDb, le francesi Keolis ed Sncf, vorrebbero una quota di controllo. E poi, nel primo caso, l’azienda che si affaccia può fare il prezzo che vuole.
Nel secondo, almeno, ci sarebbe una competizione che potrebbe alzare il valore a vantaggio di Palazzo Civico. Poi la Gtt che si venderà nei prossimi sei mesi ( questi sono indicativamente i tempi dell’operazione) sarà diversa da quella che è stata messa sul mercato un anno fa. Un’azienda dei trasporti pubblici senzaparcheggi, che saranno scorporati e venduti prima incassando dai 30 ai 40 milioni e un canone annuo tra i 14 e i 16 milioni, senza alcuni immobili e depositi, che verranno valorizzati.

Ma l’assessore all’Urbanistica, Stefano Lo Russo, ha precisato che “il mercato non è in movimento, non si possono stimare tempi precisi sulle operazioni immobiliari”. L’assessore Passoni, rispondendo alle sollecitazioni di Marco Grimaldi di Sel, che ha chiuso la riunione chiedendo una riunione politica ed è contrario all’ipotesi di cessione dell’80 per cento, ha anche spiegato “che non c’è solo un problema di necessità da parte del Comune: il futuro del trasporto pubblico locale, guardando al modello Europeo, sarà in sofferenza per il taglio dei trasferimenti. E quindi gli enti locali si dovranno sobbarcare molti più costi per il servizio”. E poi una battuta verso Grimaldi: “Tu non sei sul tram, sei sulla luna”.

Subito la risposta dell’esponente di Sel: “Noi non siamo d’accordo, si è deciso tre mesi fa con una mozione approvata dalla maggioranza di vendere il 49. Si vada a vedere che offerta fa il soggetto competitivo, non è detto che si debba poi accettare”. Ma gli assetti, soprattutto nel Pd, sono cambiati dopo il rimpasto e dopo l’ingresso di Giusi La Ganga, Gioacchino Cuntrò, Andrea Araldi in Consiglio. “Siamo pronti a valutare la proposta fatta dal sindaco  -  dicono il vicecapogruppo Michele Paolino e il segretario provinciale Alessandro Altamura  -  per il Pd risultano imprescindibili le garanzie relative a tariffe, qualità del servizio e livelli occupazionali”. Cose su cui, secondo il sindaco, rimarrebbe il “controllo” da parte del Comune. Sel, già sulla partita 80 per cento di Trm, si era smarcata, astenendosi al momento del voto. Ora cosa farà? Astensione o contro. “Se Sel si sfila  -  dice Gianni Ventura del Pd  -  porremo un problema politico di convivenza nella stessa maggioranza”.

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