Piemonte: in alto a Sinistra.
Idee admin 18 marzo 2014Giovedì 20 Marzo alle ore 21.00 presso La Fabbrica delle E, Gruppo Abele Torino.
Piemonte in Alto a Sinistra
Alla vigilia delle elezioni regionali del Piemonte riteniamo decisivo un netto cambio politico e amministrativo rispetto al centrodestra guidato da Cota: non si tratta solo di sostituire i partiti e le persone, ma di aprire una nuova stagione che nei contenuti rappresenti un’alternativa al governo regionale di questi anni. Crediamo che per il Piemonte sia oggi più che mai necessaria una riscossa civile e civica per un governo ed un amministrazione in grado di farsi carico e valorizzare i beni comuni. Noi, che siamo accomunati da questa valutazione, pur operando in contesti differenti, intendiamo dare un contributo su alcuni punti che riteniamo dirimenti e che proponiamo al confronto pubblico alle forze sociali e politiche della sinistra.
La principale priorità è certamente il LAVORO. È evidente che siamo di fronte ad una crisi del modello di sviluppo, di cui grandi opere come la Tav rappresentano una testimonianza sbagliata e fuori tempo. Per contrastare la riduzione della quantità, oltre che della qualità, del lavoro disponibile occorre difendere ciò che c’è. La vicenda Fiat è purtroppo simbolica di un’assenza di politiche pubbliche, ma questo territorio resta a forte vocazione industriale: bisogna quindi sostenere le imprese che investono e che creano e stabilizzano posti di lavoro. Per fare questo è anche necessario intervenire per impedire, o disincentivare al massimo, il fenomeno delle delocalizzazioni produttive. Per quanto riguarda l’automotive non è credibile, nonostante ci siano competenze importanti, che sul territorio possa resistere un distretto di dimensioni rilevanti in assenza di un produttore finale significativo, ed è evidente che la Fiat in futuro non garantirà volumi adeguati: anche per questa ragione la ricerca di un altro produttore non è semplicemente un’opportunità ma una ineludibile necessità per assicurare le prospettive occupazionali di cui c’è bisogno.
E’ però allo stesso tempo necessario creare a breve nuova e buona occupazione con un piano straordinario di tutela e valorizzazione del territorio e del patrimonio pubblico.
Scommettere perciò sull’AMBIENTE come naturale risorsa strategica: la difesa del territorio, la messa in sicurezza e l’adeguamento energetico dell’edilizia scolastica e degli edifici sedi di servizi pubblici, un nuovo piano energetico regionale che affronti il problema della riconversione dell’edilizia residenziale, le bonifiche industriali, un piano per la mobilità pubblica nella direzione della sostenibilità ambientale e la realizzazione di un’infrastruttura di illuminazione e telecomunicazioni di ultima generazione.
Si deve aprire sul nostro territorio una stagione di investimenti pubblici e privati, con uno sforzo anticiclico, a partire dai fondi europei e con una parte dedicata del bilancio regionale, per animare un vero GREEN NEW DEAL piemontese.
Investimenti mirati in innovazione e sviluppo, riqualificazione del territorio, turismo ed agricoltura sostenibili e produzioni con alti tassi occupazionali: queste sono le vere grandi opere. Dalla crisi si esce pensando in grande, in termini di innovazione e nuovo modello di sviluppo. La strategia Europa 2020, di riferimento per i Fondi Strutturali 2014/2020, costituisce un buon stimolo e per questo andrebbe perseguita con coerenza. Essa infatti mira a una crescita che sia: intelligente con investimenti più efficaci nell’istruzione, nella ricerca e nell’innovazione; sostenibile grazie alla decisa scelta a favore di un’economia a basse emissioni di CO2; e solidale, ossia focalizzata sulla creazione di posti di lavoro e la riduzione della povertà.
Ecco il allora il WELFARE. L’emergenza sociale è destinata ad acuirsi nel prossimo future. A Torino infatti cresce l’indice di povertà, aumentano le distanze sociali e le diseguaglianze.
Non dobbiamo limitarci e etichettare il disagio ma è necesssario intervenire per combattere le solitudini, rispondere alle difficoltà temporanee che rischiano spesso di diventare croniche, senza scadere nella semplice assistenza e cercando di difendere la normalità. Necessitiamo perciò di momenti di coordinamento multi-approccio orizzontali dove organizzazioni ed enti, almeno nella fase di definizione strategica, possano confrontarsi senza sudditanze. Per individuare soluzioni reali, compatibili con i problemi sociali del nostro territorio.
La sostenibilità del SISTEMA SANITARIO è tema ricorrente in tutti i programmi politici; eppure il costo del SSN sul PIL è percentualmente inferiore alla media europea. La sanità è un sistema di protezione sociale a accesso universale su cui, con tagli lineari, è facile nel breve periodo ridurre la spesa; non si dà conto però delle conseguenze. In Piemonte i danni prodotti sono evidenti. Per contrastarli occorre anzitutto smettere di associare la sanità ai costi e abbinarla invece ai risparmi, di sofferenza, di emarginazione, di inabilità, di solitudine. Per questo occorre partire dalla centralità della persona, (nelle differenze di genere, di età, di appartenenza sociale) e dai percorsi da garantire nella prevenzione, nella cura, nella stabilizzazione. La tutela della salute nel lavoro e nell’ambiente può ridurre i rischi e le cure territoriali, dalla medicina territoriale alla domiciliarità, sono risposte sostenibili umanamente ed economicamente. L’investimento sulla sanità di prossimità e di continuità libera energie rispetto alla inappropriatezza dei ricoveri, valorizza professionalità sociosanitarie, promuove le reti locali tra sanità e assistenza, favorisce comprensione e partecipazione. La sanità è anche comparto economico, di valore non di costo: la logistica, l’informatica, la farmaceutica, la protesica e la domotica, la tecnologia sono indotti potenti . E’ impensabile il governo dell’economia sanitaria con la delega al produttore privato e con la rinuncia alla cultura del pubblico: un committente spogliato della conoscenza sulla gestione non saprà né valutare né controllare.
Bisogna ridisegnare il sistema, aumentare la resilienza del corpo sociale alla crisi, riconoscere il ruolo svolto dal sistema sussidiario saldando I debiti della regione nei confronti dei soggetti e cooperative erogatori di servizi ai cittadini, promuovere la mutualità, garantire anche attraverso la tassazione regionale giustizia sociale, riconoscendo i diritti fondamentali anche se in forme sempre nuove: per la casa, per la cura, per il reddito, contro l’esclusione e la solitudine. Il Piemonte deve ricostruire circuitazione e mobilità sociale, permettendo ai propri giovani di partecipare a questo riscatto civile, “prendendosi cura”, divenendo protagonisti del cambiamento attraverso la loro emancipazione. Per questo proponiamo un grande investimento con strumenti di welfare universale e di REDDITO per consentire a tutti e a tutte l’accesso ad una piena CITTADINANZA, da affiancare a progetti che favoriscono l’avvio di nuove realtà culturali e sociali e il sostegno a quelle esistenti e un uso dei fondi europei che faciliti l’ingresso dei giovani nei settori del sociale, della cultura e del welfare.
Dobbiamo dunque garantire ad numero cospicuo di giovani Piemontesi un periodo di sostegno al reddito in cambio di un impegno per il territorio, generando così un patrimonio di partecipazione civile in grado di sostenere un nuovo welfare mutuale in un grave momento di crisi.
E’ poi necessario invertire il processo di progressiva privatizzazione dei servizi pubblici. Come nel caso dei TRASPORTI LOCALI. La giunta Corta è pesantemente intervenuta sul servizio regionale dei trasporti, tagliandolo e riducendolo. E’ necessario ripensare il piano regionale, restituendo ai cittadini piemontesi il diritto alla mobilità e investendo in una logica di servizio pubblico.
Il primo provvedimento della nuova Giunta dovrà essere il ripristino completo dei fondi del DIRITTO ALLO STUDIO. Una Regione che non sostenga le borse di studio, le mense, le aule studio e le residenze studentesche manca ad una delle sue maggiori responsabilità. La Giunta Cota ha proceduto a tagli pesanti che hanno fortemente compromesso un sistema che deve offrire a tutti le stesse opportunità: qui più che su altri temi occorre una netta inversione di tendenza, in rapporto agli studenti e alle istituzioni universitarie, garantendo non solo il dovuto, l’oggetto della vergogna, i fondi negati a tutti gli idonei, ma anche risorse aggiuntive per master universitari e percorsi post-laurea. Scommettendo sui talenti piemontesi e creando le condizioni perchè le loro intelligenze possano restare sul territorio. E’ necessario anche tornare a investire in modo adeguato per il diritto allo studio nelle scuole statali.
Una Regione trainata dalla mobilità sociale, sceglie il merito e la competenza, ha una amministrazione pubblica TRASPARENTE e di qualità. Scegliere l’eguaglianza delle opportunità è una premessa democratica. Bisogna quindi garantire nelle candidature e nelle nomine la rappresentanza di genere e regole di alternanza e di ricambio che promuovano nuove idee ed esperienze, chiudendo per sempre la stagione degli “amici degli amici”
La rappresentanza politica deve avere costi ragionevoli e commisurati alla situazione economica vissuta dai piemontesi. Non palazzi del potere e del privilegio, ma case di vetro, aperte e sensibili ed al servizio dei cittadini.
La CITTADINANZA va condivisa ed allargata, nei diritti e nei doveri, ai nuovi arrivati, i MIGRANTI, che vanno coinvolti, fatti partecipare ad una visione strategica del Piemonte, fino a garantire i diritti politici: il DIRITTO DI VOTO DEGLI STRANIERI residenti da lunga data.
Noi abbiamo una frontiera interna, la nostra MONTAGNA che è stata sfruttata costantemente e che invece è un patrimonio sociale e culturale. Dobbiamo agevolare il ripopolamento delle aree montane sopratutto incentivando i giovani e far nascere e sviluppare micro-indotti capillari e diffusi per il turismo sostenibile, per la preservazione delle aree boschive e delle biodiversità. Proponiamo un investimento per garantire la banda larghissima a tutte le zone anche quelle periferiche e montane. Questa è la vera alta velocità che dà sviluppo a cui siamo interessati.
Dobbiamo affrontare l’emergenza CASA in Piemonte. In questo contesto ci pare vi siano delle soluzioni obbligate, anche se non praticate: aumentare la dotazione di case pubbliche, riscrivendo un vero piano casa adeguandolo alla percentuale nazionale di case popolari (dal 2,5% al 5% circa), sfruttando le costruzioni vuote e non utilizzate e incentivando, pertanto, l’uso in affitto attraverso un abbassamento dell’IMU su questi immobili, anche tramite le agenzie sociali sperimentate da anni a Torino. Le case vuote private invendute possono anche essere acquistate tramite finanziamenti, a oggi non previsti ma certamente da stanziare. Bisogna aiutare le famiglie a non perdere la casa che affittano, istituendo fondi per la prevenzione degli sfratti, come a Torino, e rifinanziando il fondo per il sostegno degli affitti.
Vogliamo un piano che preveda 0 Consumo di suolo nei prossimi 5 anni. Dobbiamo partire riqualificando il patrimonio immobiliare pubblico del demanio militare e civile mettendolo al servizio dei cittadini. Dobbiamo costruire politiche su larga scala che promuovano il Co -housing e la costruzione di comunità sociali. Dobbiamo proporre una legge regionale sull’Autorecupero e l’Autocostruzione che consentano di generare economie positive e che rafforzino gli interventi sociali sul tema abitativo.
Queste sono idee, ma anche presidi democratici. Chi si candida a governare un nuovo Piemonte democratico e progressista deve tenerne conto.
In un momento di crisi economica il “capitale umano”, la forza di tutti noi va coinvolto e valorizzato. Vogliamo organizzare e far partecipare la sinistra sociale, farla contare con i suoi temi e le sue priorità nel dibattito pubblico.
Ci rivolgiamo dunque a tutte le articolazioni della sinistra sociale e alla diverse forze della sinistra politica, per aprire una discussione che vorremmo portasse a scelte coerenti, ad impegni, a costruire speranza.
Questo documento è un punto di partenza, incontriamoci e lavoriamoci:
Giovedì 20 Marzo alle ore 21.00 presso La Fabbrica delle E, Gruppo Abele Torino
Eleonora Artesio – Consigliera Regionale
Federico Bellono – Segretario FIOM Torino
Flavia Bianchi – Urbanista
Juri Bossuto – ex Consigliere Regionale
Monica Cerutti – Consigliera Regionale
Michele Curto – Capogruppo di Consiglio Comunale Torino
Marco Grimaldi – Consigliere Comunale Torino
Maurizio Mariani – Presidente Consorzio Risteco
Ugo Mattei – Docente universitario
Raphael Rossi – Esperto progettazione gestione rifiuti
Luca Spadon – Officine Corsare
Sergio Velluto – Presidente Concistoro Chiesa Valdese di Torino
Ugo Zamburru – Psichiatra