“In questa notte scura, qualcuno di noi, nel suo piccolo, è come quei “lampadieri” che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta all’indietro, appoggiata sulla spalla, con il lume in cima. Così il lampadiere vede poco davanti a sé, ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri. Qualcuno ci prova. Non per eroismo o per narcisismo, ma per sentirsi dalla parte buona della vita…” Tom Benetollo

” Quella notte scura Tom Benetollo la visse nella ex Jugoslavia martoriata dalla guerra civile, costruendo dal basso quel che le grandi cancellerie europee e di tutto l’Occidente non sapevano (o non volevano) fare. Soccorrendo la popolazione civile, spesso facendo da scudi umani alla popolazione inerme, costruendo ponti di pace, solidarietà ed umanità. Subito prima di dire “scusate compagni, non mi sento bene…” e di subire il malore che si stava preparando a strapparcelo via stava ricordando proprio quegli anni, gli Anni Ottanta di Comiso e gli Anni Novanta del pacifismo impegnato della ex Jugoslavia, rivendicando il valore di quell’impegno che coinvolse una generazione che poi si ritrovò sulle strade di Genova e di tutto il mondo per un “altro mondo possibile”.

Come avrete capito non è facile camminare nel buio per strade inesplorate se non si ha chiaro in testa che tutta questa fatica è utile soprattutto per la vita di chi viene dopo di noi. Come avrete colto il problema di questo lampadiere non è la salute delle sue caviglie ma la messa in sicurezza della sua comunità e soprattutto delle sue battaglie.