La scelta è pubblica, nessuno può esserne privato.
Idee admin 31 luglio 2014Sono contento che oggi l’Assessora Pentenero si incontri, per cercare una soluzione, con la Fism (federazione delle scuole materne cattoliche) e con i sindaci di Bibiana, Villanova Canavese, Torino, Novara, Bagnolo Piemonte e San Damiano d’Asti, dove l’apertura di sezioni di scuola materna statali è bloccata grazie alla delibera del 29 ottobre 2013.
Tuttavia continuo a ritenere inaccettabile la regola che vincola l’apertura della sezione pubblica al mantenimento dei livelli di affluenza e al parere favorevole della scuola paritaria presente sul territorio. Il dialogo va cercato sempre, ma l’obiettivo deve essere il superamento di un atto che lede il principio della libera scelta educativa ai danni del sistema pubblico e di tutti coloro (la maggioranza) che intendono usufruirne.
Perfino la Ministra Giannini definisce questa norma “originale”. Lo è senz’altro, se si vuole usare un eufemismo, non solo perché in odore di incostituzionalità, in quanto nei fatti limita la scelta delle famiglie alla sola scuola confessionale cattolica, ma perché sottrae alle istituzioni l’ultima parola sull’offerta formativa pubblica, il che mi pare una vera antinomia.
La scelta deve sempre essere pubblica, nessuno può esserne privato.
Marco Grimaldi
Capogruppo Sel, Consiglio Regionale del Piemonte
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tratto da LA STAMPA, di Maurizio Tropeano
Scuole paritarie, il giorno della verità
È il giorno della verità. «E’ il tentativo di mediare tra le esigenze delle scuole paritarie e il diritto allo studio per decine di giovani piemontesi», spiega l’assessore regionale all’Istruzione, Gianna Pentenero, annunciando l’incontro che si svolgerà oggi tra Luigi Vico, presidente provinciale Fism (federazione delle scuole materne cattoliche) e i sindaci di Bibiana, Villanova Canavese, Torino, Novara , Bagnolo Piemonte e San Damiano d’Asti. I comuni dove è in programma l’apertura di una sezione di scuola materna statale che una legge regionale votata dal centrodestra subordina a due condizioni.
Il vertice
La prima vincolante: l’apertura non è possibile se questa costringe alla chiusura una sezione della paritaria. La seconda no: la paritaria deve esprimere un parere motivato. In tutti questi casi il parere è stato negativo e il combinato disposto di queste due norme assegna di fatto un potere di veto, almeno secondo quanto si può leggere nell’ordine del giorno presentato dal capogruppo di Sel, Marco Grimaldi e sottoscritto da undici consiglieri del pd e dai presidenti dei gruppi di scelta Civica e dei Moderati. Pentenero spera in una soluzione di buonsenso maturata a livello territoriale ma oggi dovrà affrontare la protesta del sindacato di base Cub Scuola che ha annunciato un presidio sotto l’assessorato in via Magenta 12 e l’attacco di Forza Italia che ha preparato un dossier per difendere quella legge contestata usando come strumento di difesa la riforma scolastica che porta la firma del ministro Berlinguer, allora diessino e comunque del centrosinistra.
Il dossier: norma razionale
Oggi scende in campo Alberto Cirio, l’ex assessore all’Istruzione ed oggi europarlamentare azzurro: «Con la riforma scolastica varata dal ministro Berlinguer, nel 2000, le scuole statali e le scuole pubbliche non statali paritarie concorrono nello stesso modo alla realizzazione del sistema scolastico pubblico nazionale. Questo significa che non vi è alcuna differenza tra scuola statali o comunali e scuole paritarie». Ecco perché «dividere il sistema istruzione pubblico in bianchi e neri rischia solo di riaccendere i toni di un dibattito ideologico e politico già aspro», attacca il capogruppo Gilberto Pichetto.
Secondo Gianluca Vignale, padre con l’ex consigliere di Ncd, Giampiero Leo, dell’emendamento la norma «ha una chiara e razionale finalità: prima di aprire un nuovo istituto bisogna verificare se l’offerta sul territorio è satura. Se non lo è una nuova scuola rappresenterebbe solo un doppione inutile e realizzato a danno dei cittadini». Secondo Vignale questo è il caso di Bibiana: «Il Comune ha 100 bambini e un asilo paritario che riesce ad ospitarli praticamente tutti. Eppure anni fa si è deciso di aprirne uno nuovo, costato in tutto oltre 1,6 milioni di risorse pubbliche. Questo significa che se il Comune avesse speso la metà (oltre 300 mila euro) per sostenere le rette dei bambini, si sarebbero risparmiati oltre 1 milione di risorse pubbliche».
I dubbi di costituzionalità
Cosimo Scarinzi, responsabile scuola per la Cub, non la pensa così e annuncia una protesta sotto l’assessorato «in difesa della scuola pubblica statale e di chi ci lavora». E a sinistra c’è anche chi sta valutando se ci siano gli estremi per sollevare una questione di incostituzionalità perchè l’offerta di una scuola paritaria non può essere vincolante per le famiglie.