Volevamo evitare speculazioni commerciali e l’ennesimo hotel di lusso e ci siamo impegnati per trasformare un semplice progetto di vendita in un disegno pubblico, che riportasse al centro la cultura e la cura architettonica di un bene inestimabile come la Cavallerizza. Queste nostre convinzioni iniziano a diventare realtà: la destinazione teatrale e culturale dello spazio, assieme alla possibile apertura di un ostello della gioventù e​ di ​una nuova residenza universitaria,​ che si affianchi al progetto di riqualificazione della Verdi 15,​ sono solo alcune delle possibili idee, emerse ieri nell’incontro presso la Sala Orologio del Comune, per sperimentare nuove forme di gestione all’altezza della vocazione europea che la città si vuole dare.
L’utilizzo dei fondi strutturali europei (POR-FESR), che la Regione ha messo a disposizione per la Cavallerizza, ha ridato speranza a questo percorso.
È il momento di restituire a tutti i cittadini una rinata Cavallerizza Reale e di conservarla per le generazioni future. Lo diciamo da tempo:​ serve progettare l’attesa, far emergere le buone idee diffuse, ascoltarsi. La sovrintendenza culturale e architettonica deve andare di pari passo con quella civile. Il processo è aperto, presidiamolo, perché esso dia risultati condivisi e concreti.