Non si può risparmiare sulla pelle dei lavoratori e sulla salute dei cittadini!
Idee, lavoro, Regione, sanità TAGS / appalti admin 29 aprile 2015Oggi abbiamo ascoltato le parole dei lavoratori e delle lavoratrici degli appalti Asl, che hanno manifestato davanti alla Regione e sono stati ricevuti in delegazione dal Consiglio Regionale. In gran parte conoscevamo già quello che ci hanno raccontato: in alcune aziende sanitarie, le ditte assegnatarie di appalto per la gestione di servizi fondamentali (pulizia, facchinaggio, portineria, prenotazione, mediazione culturale) stanno tagliando pesantemente le ore di lavoro del personale. La media spesso è del 40% in un caso addirittura del 70%. Questo è il caso, ad esempio, dei lavoratori disagiati, che percepiscono in tal modo circa 200 euro di stipendio al mese, umiliazione che si aggiunge alla loro già difficile condizione. Ma situazioni drammatiche vivono anche le operatrici dell’igiene, molte delle quali sono passate da 25 ore a 12-15, percependo circa 300 euro al mese.
Tutto ciò avviene anche in presenza di capitolati d’appalto che, in teoria, prevedono l’utilizzo dei contratti collettivi nazionali maggiormente rappresentativi e della clausola sociale. Come è possibile?
Il 3 marzo il Consiglio Regionale ha approvato la nostra mozione (n. 229) sul riconoscimento della giusta retribuzione, del rispetto completo dei contratti collettivi nazionali maggiormente rappresentativi e delle clausole sociali negli appalti della Regione. Ma come si può parlare di giusta retribuzione quando i risparmi della sanità si fanno solo sulla pelle dei lavoratori? Come si può parlare di giusta retribuzione quando si viene pagati 300 euro al mese?
I principi del nostro atto di indirizzo devono valere a maggior ragione per le Asl, che offrono un servizio fondamentale alla cittadinanza, che già oggi, a causa di questi tagli, è gravemente compromesso: le scarse condizioni di igiene nei reparti sono pericolose in primo luogo per i pazienti.
Eppure da mesi, grazie alla collaborazione con compagni e compagne di varie categorie della CGIL, continuiamo a raccogliere segnalazioni di società aggiudicatarie di appalti Asl che non rispettano questi criteri. Su ciascuno di questi casi abbiamo presentato un’interpellanza alla Giunta; nessuna ha ancora ottenuto una risposta. Ora abbiamo chiesto con urgenza una commissione congiunta Sanità e Lavoro in cui si risponda alle nostre interpellanze e si cominci un lavoro di monitoraggio sull’applicazione della mozione n. 229.
Soprattutto, abbiamo chiesto a Saitta e a Chiamparino, che domani incontreranno i nuovi direttori delle Asl, di aprire immediatamente una Commissione di inchiesta dell’Assessorato alla Sanità sullo stato degli appalti e sull’applicazione della giusta retribuzione, dei contratti collettivi nazionali maggiormente rappresentativi e della clausola sociale in tutti gli appalti. I direttori appena nominati convochino innanzitutto i direttori amministrativi e chiedano spiegazione di quello che sta avvenendo. Pretendano che si rispettino i diritti dei lavoratori, la loro salute e quella dei cittadini. Questo sì che sarebbe un bel segno di discontinuità.