Reggia di Venaria: la democrazia conta ancora qualcosa?
cultura, Idee, lavoro, Regione, sinistra TAGS / lavoro povero, reggia venaria reale admin 14 luglio 2016Non finisce l’epopea dei lavoratori della Venaria Reale. A quanto pare, nonostante le indicazioni del Consiglio Regionale e del Consiglio Comunale di Venaria e il Protocollo d’Intesa tra Regione Piemonte e Sindacati del 6 giugno 2016, in attesa dell’aggiudicazione definitiva e formale a Coopculture, il direttore della Reggia ha deciso di applicare l’appalto oggetto delle contestazioni dei lavoratori e duramente criticato da vari esponenti politici.
Dall’incontro tra O.O.S.S e Coopculture parrebbe confermato il taglio del personale (o l’esubero lineare) del 20% sul monte ore esistente, nonché la volontà di Coopculture di non applicare le attuali condizioni economiche e normative previste nel contratto di Federculture, né la clausola sociale.
Non solo il Consiglio Regionale, su proposta del Capogruppo di SEL Marco Grimaldi, ha votato da un anno la mozione n. 229 sulla giusta retribuzione, l’applicazione della clausola sociale e dei contratti maggiormente rappresentativi e più tutelanti negli appalti regionali; non solo la Regione ha firmato con le rappresentanze sindacali un accordo in base al quale “a tutti i lavoratori/trici che si trovano o troveranno a operare nel servizio o nello svolgimento delle attività oggetto dell’appalto, dovrà essere applicato il contratto collettivo nazionale e territoriale di miglior favore”; il 22 giugno 2016, nuovamente su proposta di Grimaldi, l’aula ha approvato un ordine del giorno tramite il quale Consiglio e Giunta hanno chiesto espressamente al C.D.A. del Consorzio di applicare il Protocollo sugli appalti anche ai lavoratori della Reggia.
“Mi domando se la democrazia serva ancora a qualcosa” – dichiara Grimaldi – “e mi chiedo che cosa abbia deciso di fare il Direttore. Perché non credo che un consorzio partecipato in gran parte dall’amministrazione pubblica possa ignorare in questo modo le indicazioni provenienti da uno dei principali soci. A questo punto non si tratta solo di essere solidali con i lavoratori della Reggia, ma di lottare con loro, con chi merita diritti e rispetto, con chi fa vivere i luoghi della cultura di cui godiamo tutti”.