Carcere Vercelli, Grimaldi (Sel-SI) e Radicali Italiani: lavoro e musica fuori dalle sbarre
diritti, Idee, Regione, sanità TAGS / Carcere Vercelli admin 10 febbraio 2017La delegazione si è trattenuta diverse ore a parlare con i detenuti, seguendo i lavori di ritinteggiatura (ad opera degli stessi detenuti) che in queste settimane stanno coinvolgendo molti dei piani della palazzina degli anni ’80. Purtroppo il quinto piano è l’unico interamente ristrutturato, automatizzato e dotato di impianto di sorveglianza, ma non essendo stato ristrutturato il tetto, le infiltrazioni stanno già deteriorando parte dell’opera svolta. Il padiglione femminile è quello che risente di più delle infiltrazioni, nonostante l’estrema cura delle detenute.
Rimangono i problemi alle tubazioni e agli impianti di riscaldamento, la buona notizia pare essere l’arrivo di un’azienda che dal 1 febbraio si occuperà del check-up energetico e della rifunzionalizzazione degli impianti di quattro carceri piemontesi, tra le quali proprio Vercelli.
Malgrado il rapporto con l’Asl sia quotidiano e le condizioni riportate sono nella media italiana (per uso di psicofarmaci e terapie di mantenimento delle tossicodipendenze) rimane allarmante, come in altre situazioni carcerarie, l’assenza di cure odontoiatriche.
Inoltre i recenti fatti raccontati sui giornali locali non sembrano essere dipesi certo dal regime aperto come alcune sigle sindacali hanno riportato, ma da ordinarie conflittualità tra detenuti.
“Sentiamo di dover lanciare alcuni appelli:” – dichiarano i membri della delegazione – “l’assenza di vere misure alternative alla detenzione, la mancanza di lavori esterni al carcere e la scarsità di quelli all’interno (solo 40, oltre a 5 persone che lavorano nella serra limitrofa) rendono le giornate dei detenuti un limbo inutile al loro reinserimento nella società. Per quanto i tentativi di suicidio (5 nello scorso anno) e gli atti di autolesionismo (85) non siano più alti che in altre carceri piemontesi, l’insofferenza e l’assenza di progettualità rendono comunque difficile la vita dentro quelle mura. Anche per questo siamo rimasti fortemente colpiti dalla storia di Alessandro, un giovane cantautore detenuto al primo piano, che spera di far conoscere il suo nuovo brano sulla salute mentali nelle carceri – chiamato TSO. Chiediamo possa essere registrato e pubblicato online. Speriamo che nei giorni del festival della musica italiana, il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, acconsenta alla richiesta. Ne vale la pena”.