Canoni imbottigliamento, Grimaldi (SEL-SI): “Cascate d’oro, non per tutti”
Idee, iniziative, lavoro, sostenibilità TAGS / acqua, bottiglie admin 18 luglio 2017Questa mattina l’Assessore Valmaggia ha risposto in aula all’interrogazione del Capogruppo di SEL Marco Grimaldi sui canoni di concessione delle acque minerali.
In base all’aggiornamento dei canoni del 2013, il canone dovuto per lo sfruttamento delle acque minerali e di sorgente destinate all’imbottigliamento è passato soltanto, per la quota variabile, a 1,00 euro per i primi 60 milioni di litri, 1,10 euro per quantitativi superiori, ma inferiori a 150 milioni di litri e 1,20 per i restanti litri (prima 0,75 euro ogni mille litri).
Il 7 ottobre 2013, in seguito alla revisione dei canoni, è stato infatti introdotto un nuovo Regolamento regionale: “Disciplina dei canoni di concessione delle acque minerali e di sorgente destinate all’imbottigliamento”, come previsto dalla LR 12 luglio 1994, n° 25; oltre a stabilire misura e beneficiari del canone, il regolamento stabilisce delle premialità ambientali e delle premialità sociali.
Il Regolamento riduce il canone del 30% per imbottigliamento in vetro e fino al 50 % nel caso in cui il concessionario effettui il recupero dei vuoti; lo riduce inoltre del 20% se le acque vengono imbottigliate in contenitori ecosostenibili e del 15% se il concessionario aderisce a sistemi di gestione ambientale certificati.
Inoltre, in base al Regolamento il canone è ridotto fino al 70% a seguito della sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la Regione avente a oggetto l’innalzamento o la difesa dei livelli occupazionali.
Nell’interrogazione, Grimaldi ha chiesto conto delle società che rientrano nelle premialità e degli effetti del Regolamento sui canoni. L’Assessore Valmaggia ha comunicato che per quanto riguarda le premialità ambientali, le società che hanno usufruito di sconti sul canone sono 12 su 13 nell’anno 2016. Per quanto riguarda le premialità sociali, invece, l’applicazione degli sconti sul canone non ha trovato attuazione, poiché nessuna società ha chiesto di stipulare convenzioni con la Regione Piemonte per la difesa dei livelli occupazionali.
Sui canoni si è passati da 355.000,00 euro versati alla Regione nel 2010 a 646.000,00 nel 2015 (primo anno dell’adeguamento tariffario) a 1.022.000,00 del 2017.
Invece, dall’introduzione delle premialità, nel 2014 a fronte di 2.127.162.802 litri imbottigliati sono stati versati 2.206.677 euro e le riduzioni per premialità ambientali sono state pari a 128.201 euro. Nel 2015, a fronte di 2.373.403.569 litri imbottigliati, sono stati versati 2.484.025 € e le riduzioni per premialità ambientali sono state pari a 161.254 euro.
Stando alle ricerche di Legambiente, ogni «cittadino del mondo» consuma 35 litri di acqua imbottigliata ogni anno. L’Italia, tuttavia, ne beve sei volte di più, con 196 litri pro capite all’anno, oltre mezzo litro al giorno. Un consumo impressionante: ogni anno in Italia si imbottigliano 12,5 miliardi di litri (245 nel mondo) da 300 sorgenti attive gestite da 170 aziende di imbottigliamento che producono 608 differenti etichette.
Il business da 2,3 miliardi di euro all’anno è però nelle mani di pochi. I primi otto grandi gruppi del settore (Nestlè, San Benedetto, Fonti di Vinadio, Norda-Gaudianello, Cogedi, Ferrarelle, Spumador e Lete) detengono una quota di mercato pari al 72 per cento.
“In Italia le acque minerali sono un bene di consumo dal prezzo molto basso. A rendere appetibile il business sono quindi i grandi volumi e gli esigui canoni di concessione delle falde (normati dalle regioni)” – dichiara Grimaldi. – “I fatturati delle aziende aumentano, basti pensare che nella penisola dal 1980 al 2015 i milioni di litri prodotti sono passati da 2.350 a 13.840 (fonte Bevitalia). A fronte di tutto ciò, appare difficile comprendere perché le aziende imbottigliatrici paghino alle Regioni, e quindi alle Comunità che le ospitano, delle quote irrisorie per la superficie occupata dai loro stabilimenti e per i volumi di acqua prelevata dalle loro attività. In Piemonte, è vero, grazie alla revisione dei canoni non siamo più tra le ‘maglie nere’, tuttavia non è ancora abbastanza. Un esempio su tutti: S. Bernardo quest’ anno ha raggiunto un record storico, con un picco di fatturato maggiore del 32% rispetto all’anno scorso. Sapete quanto ha versato alla Regione su 148 milioni di litri imbottigliati nel 2016? Dai dati a noi forniti, poco più di 37mila euro. Sarebbe ora di far sì che queste cascate d’oro riempiano anche le casse delle comunità locali e delle Regioni”.