‘Ndrangheta, affari e compravendita di voti. Grimaldi (LUV): I voti della ‘Ndrangheta non si chiedono, non si comprano, non si contano e non si restituiscono. L’unico modo per cancellarli è annullare le elezioni e tornare al voto.
Idee, Regione TAGS / 'ndrangheta, capoclan, giunta cirio, piemonte, roberto rosso, rosso, urne, voto di scambio admin 23 dicembre 2019Cari Presidenti, cari colleghi, cari concittadini e concittadine,
qualunque cosa accada, qualora venissero confermate le nefandezze di cui siamo venuti a conoscenza, questa legislatura sarebbe compromessa, irrimediabilmente macchiata, anzi, moralmente ed eticamente finita.
Vorrei spiegare perché.
Non ho foto di Bruno Caccia da mostrare, non vi sto dando degli ‘ndranghetisti, non vi sto criminalizzando e non ho nessuna intenzione di moralizzare chi mi ascolta. Non mi importa nemmeno immaginare che voi, al nostro posto, avreste inscenato una pantomima ben peggiore degli striscioni su Bibbiano e dei cori sul Piemonte Libero.
Voglio solo ragionare insieme a voi.
“‘Ndrangheta, affari e compravendita di voti”.
“In Piemonte un voto costa 7 euro”.
“L’Assessore e i capoclan, terremoto in Regione”.
“‘Ndrangheta nelle urne”.
Sono solo alcuni titoli di giornale apparsi in questi giorni.
Presidente Cirio, lei che è un uomo di comunicazione sa bene il danno incalcolabile di queste parole.
Tuttavia, la cosa peggiore è che per la strada, nel mio quartiere, in giro per le nostre province, le frasi che si sentono diventano indicibili. Non ripetibili in quest’Aula.
Sono tutti inferociti, quelli che ancora votano. Non immaginate la rabbia dei lavoratori ai cancelli della Martor, davanti a cui sono stato. Chi non vota, e sono sempre di più, pensa che il più pulito di noi abbia la rogna, che “quello è solo più scemo perché si è fatto beccare”, o: “a me non importa nulla, possano tutti morire in galera”.
Proprio perché penso che il problema, Presidente, non sia certo solo suo o della sua maggioranza, le dirò di più: concluse le indagini, consultati i nostri avvocati, ci costituiremo parte civile. Lo farò come Consigliere regionale e spero lo facciano tutte le forze politiche e i colleghi che sentono di dover difendere la loro onorabilità e questa istituzione. Immagino che lei farà lo stesso: personalmente e avendo raccolto proprio dall’Assessore Rosso le deleghe alle cause legali, valuti immediatamente la possibilità di farlo a nome di tutta l’Aula.
Basta questo per chiudere la vicenda? Bastano le dimissioni dalla Giunta in diretta dalle Vallette del collega Consigliere regionale (ci tengo dirlo perché non siamo a davanti a un’imminente surroga) Roberto Rosso?
Io credo di no. Le dimissioni di Rosso non cancellano nulla.
“Era consapevole, il patto è andato a buon fine” dopo una fitta contrattazione. I fatti che abbiamo letto, ascoltato, visto sono di una gravità inaudita.
Le immagini riprese davanti a Palazzo Lascaris fanno venire i brividi. Così come le domande che tutti continuano a porsi. Qual è l’oggetto dello scambio? 15.000 euro, o i voti sono stati garantiti in cambio di altre promesse?
Presidente Cirio, spero sia consapevole che il voto, che le piaccia o no, è stato inquinato e che questa è una macchia indelebile sulla legislatura, una vicenda giudiziaria molto più grave di quella che chiuse l’era Cota.
Lei parla del “suo (di Rosso) meccanismo di ingresso”. Quei voti lei non li vuole, lo immagino, e può urlare, come ha fatto l’onorevole Meloni davanti al presepe sui TG, che quei voti lei non li ha mai chiesti. Peccato che qualcuno lo abbia fatto per tutti voi. E, che vi piaccia o no, era uno della vostra squadra e lei l’ha addirittura promosso al suo fianco.
Vi ho sentito parlare di “voltastomaco”, sentenziare: “con lui non prenderei neanche un caffè”. E poi saremmo noi quelli poco garantisti…
Ecco, un unico rimprovero proprio su questo: lei ha dichiarato su tutti i media e ha ribadito in Aula che non voleva in giunta Roberto Rosso. Credo sia un’uscita davvero sbagliata, un tentativo goffo. Lei è il Presidente di Regione, ha il potere e la responsabilità di scelta degli Assessori. Non credo che abbia ricevuto pressioni indebite, pertanto i problemi rimangono due.
Primo: Lei è sereno? Può escludere che la ‘Ndrangheta, una volta nominata la Giunta, non abbia chiesto a Rosso altro in cambio dello sconto sulla trattativa? Tutti i provvedimenti amministrativi e legislativi sono stati messi al vaglio?
Le faccio un esempio che come sa mi sta a cuore, poiché con il Consigliere Rossi sono il relatore di maggioranza di una legge molto importante votata in quest’Aula all’unanimità:
Sta emergendo che la “cassa” per la cosca insediata a Carmagnola arrivava soprattutto con le slot machine, business al centro delle attività del clan, perché porta soldi e consente di controllare il territorio.
Non riesco a non pensare a quanto questa Giunta si sia attivata per stralciare la nostra legge sul contrasto al gioco d’azzardo e ripristinare il far west che regnava prima dei distanziometri. Non sto accusando la maggioranza di avere ceduto a qualche pressione.
Sia chiaro però che la vostra proposta di legge, di cui questo ambiente criminale si avvantaggerebbe enormemente, non deve essere più nemmeno nominata. Abbiamo depositato un ordine del giorno, che chiediamo di votare alla fine di questo dibattito, per chiedere che venga ritirato il provvedimento.
Seconda questione: i voti, pochi o tanti che siano, sono arrivati. “Il patto è andato a buon fine”. Lei dice che non c’è stata leggerezza, ma la tranquillizzo, Presidente: a questo punto non siamo noi a decidere sulle colpe.
Ecco, torno sul voto perché non vorrei essere frainteso: alle scorse elezioni abbiamo perso nettamente.
Ma anche questa consapevolezza non cancella nulla.
Nello sport si può essere più forti dell’avversario ma vedersi negata una vittoria per doping.
In democrazia l’inquinamento del voto da parte della ‘Ndrangheta è molto peggio di una sostanza anabolizzante. Vorrei che “Lega e i suoi soci” riflettessero su quanto irrimediabilmente siano macchiate la loro vittoria e questa legislatura. Non dico che questo Consiglio vada commissariato o sciolto per mafia, Presidente Allasia. Io sfido lei e il Presidente Cirio a giocare una nuova partita. Senza trucchi e inganni.
Non avete bisogno dei voti delle mafie e delle cosche? Bene, visto che la vostra coalizione li ha presi, come minimo ora la partita si rigioca. Davvero, Presidente Cirio vuole governare con quest’ombra? Proprio lei che sostiene di correre così forte, non capisce che se Usain Bolt avesse perso una medaglia d’oro per un compagno di staffetta dopato, l’unica opportunità che vorrebbe sarebbe ricorrere alle Olimpiadi per cancellare quell’onta.
Se si è persone oneste i voti della ‘Ndrangheta non si chiedono, non si comprano e di certo non si contano, consigliere Marrone. Ma soprattutto, se avete a cuore la vostra dignità e il vostro onore sappiate che i voti della ‘Ndrangheta non si restituiscono. Caro Preioni, per cancellarli non esiste la prova di resistenza, come per le firme false. L’unico modo per non conteggiarli è annullare le elezioni e tornare al voto.
A proposito, Presidente Cirio, Presidente Allasia, consigliere Marrone, vi chiedete come possiamo erigere muri, dite che non siamo preparati. Vorrei farvi notare un ulteriore punto che forse è sfuggito ai più.
Che cosa avete letto nelle carte?
Soldi, soldi, soldi.
Il voto di scambio fa passare quasi in secondo piano la marea di denaro che è nelle disponibilità dei boss e di alcuni politici. Provano a comprare tutto e tutti.
E sono interessati ad avere rassicurazioni, come titolano i giornali:
“‘Ndrangheta in Piemonte, nelle carte anche la Tav: «I lavori al cantiere devono proseguire»”.
E i soldi delle campagne elettorali? Ne vogliamo parlare? C’è chi in campagna usa il crowdfunding (già, che scemi eh!) e chi comprerebbe anche la facciata del vostro condominio.
A proposito di “caramelle”, leggete cosa scrivevo sul mio canale social ad aprile: mi preoccupavo della massiccia presenza elettorale di Rosso, che era pressoché ovunque. Ho letto venerdì quanto ha dichiarato di aver speso (prendendo a Torino meno voti del sottoscritto): poco più di 48.000 euro. Ecco, non vorrei peggiorare la situazione del collega, ma vi sembra realistico?
Infine colleghi e colleghe,
l’altra settimana la Calabria e la Valle d’Aosta, oggi il Piemonte: la ‘ndrangheta sta divorando questo Paese morso dopo morso.
Sono ovunque, stanno da anni utilizzando il Nord Italia come una lavastoviglie per i loro piatti sporchi.
Come ci ricorda Marta Chiavari nel suo bellissimo lavoro sulle Mafie al Nord, loro sono la quinta mafia.
Sono integrati, sono piemontesi, lombardi, veneti. Sono residenti da anni qui. Ma soprattutto vampirizzano tutto e tutti. Hanno soldi da investire, per ricattare, per acquistare aziende decotte e crediti inesigibili. Sono tanti, sono replicanti, arroganti con i deboli e zerbini con i potenti.
Sono intorno a noi, ma non parlano con noi. Sono come noi, ma si sentono meglio.
Presidente, lei dice che non abbiamo anticorpi: parli per sé! Non possiamo lasciare sola la Magistratura di fronte a questo nemico pubblico.
Invito tutta la società civile e le istituzioni democratiche ad aprire gli occhi. La guerra è iniziata da tempo e noi la stiamo perdendo.
Marco Grimaldi