Medici di famiglia senza materiali, attrezzature, protezioni e presidi adeguati. Serve un impegno sulla sorveglianza attiva.
lavoro, Regione, sanità admin 19 maggio 202026 marzo 2020
Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, che avrebbero dovuto essere operative dal 19 marzo, in molte ASL non sono ancora state programmate, e in ogni caso stanno partendo sul territorio in assenza di linee guida omogenee sul personale, sulle funzioni e sull’organizzazione.
Si tratta delle cosiddette U.S.C.A, previste all’Articolo 8 del Decreto Legge 9 Marzo 2020 n.14, che dovrebbero essere istituite presso le ASL della Regione per consentire al medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta o al medico di continuità assistenziale di garantire l’attività assistenziale ordinaria, ovvero dovrebbero assistere i pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero, i sospetti infetti, o i pazienti dimessi precocemente e ancora positivi al virus.
Non solo: servirebbero sul territorio i pulsossimetri per permettere ai medici di medicina generale di gestire i pazienti critici a domicilio, sia in fase diagnostica, per valutare chi debba essere ospedalizzato, sia una volta che il paziente viene dimesso per il monitoraggio delle complicanze.
Con una lettera aperta a cittadini e istituzioni, la Società Italiana di Medicina Generale ha denunciato infatti la drammaticità della situazione ed espresso la necessità immediata per i medici di famiglia di 100mila pulsossimetri, strumenti che rilevano la saturazione di ossigeno nel sangue e la frequenza cardiaca, per seguire i pazienti critici a distanza. Tali dispositivi sono al momento introvabili e molti sono rincarati del 100% in una settimana. I medici di famiglia testimoniano inoltre di avere acquistato 500 mila maschere e respiratori tramite collette e di avere organizzato a proprio spese la sanificazione.
Non abbiamo mai polemizzato sul numero di tamponi, ma i drammi che ci vengono raccontati dalle famiglie del personale medico sul territorio non possono restare inascoltati. Come abbiamo detto pochi giorni fa, serve maggiore impegno sulla sorveglianza attiva, ossia sull’assistenza e sui tamponi a domicilio e non possiamo abbandonare in questo momento i medici di medicina generale. Faccio appello al Presidente Cirio e all’Asessore Icardi affinché sblocchino urgentemente questa situazione.