Un dramma gli aiuti ai più bisognosi.
diritti, Regione, solidarietà admin 19 maggio 202017 aprile 2020
Volontari e associazioni presenti su tutto il territorio della città ci rappresentano una situazione drammatica che riguarda gli aiuti alle famiglie per i generi di prima necessità. Parliamo di una rete enorme fatta di associazioni, case del quartiere, parrocchie, punti della Protezione Civile, enti come la Caritas, centri sociali, ‘panchine’: nonostante le dimensioni, il radicamento, lo sforzo e l’impegno congiunto di questa miriade di soggetti, la pressione è assolutamente insostenibile.
I tanti promotori di forme di “spesa sospesa” di prossimità, organizzate in tutti i quartieri, raccontano di un aumento esponenziale delle consegne di generi alimentari nelle ultime tre settimane, di bisogni sempre più profondi e diversi: dal cibo a medicinali, detersivi, pannolini per bimbi e non autosufficienti, disinfettanti. Molte persone non sanno a chi rivolgersi, ecco perché le associazioni stesse hanno predisposto una lista dei punti di aiuto sparsi per il territorio e forniscono comunque un piccolo pacco di sussistenza e le informazioni utili a chiunque si presenti. Eppure, con questi numeri, molte realtà già ora sono allo stremo e si rischia il crollo della rete solidale e delle stesse case del quartiere (si parla di luoghi in cui si è passati dal sostegno a una cinquantina di famiglie prima della crisi a 300 negli ultimi giorni).
Il capoluogo torinese, ovviamente, soffre in modo particolare questa situazione per la maggiore presenza di senza dimora e nuclei in difficoltà. Gli stessi buoni spesa erogati dal Comune sono finiti e non saranno riproponibili senza ulteriori risorse del Governo.
Con la crescita costante dei bisogni che tutti i soggetti stanno registrando, già la prossima settimana la situazione rischia di esplodere senza un intervento tempestivo, diffuso e facilmente accessibile da parte delle istituzioni. Serve predisporre un numero unico che fornisca ai cittadini tutte le informazioni e l’elenco delle associazioni divise per zona, ma soprattutto serve il sostegno economico della Regione. Avrei voluto una misura di “Elicopter Money”, ossia un intervento urgente che arrivasse direttamente agli indigenti utilizzando i 50 milioni di riserva di Finpiemonte. La proposta non è stata raccolta. Allora, come si è fatto per le mascherine, chiedo all’Unità di Crisi e alla Giunta di destinare parte delle risorse donate dai privati a queste associazioni, o ai privati stessi di devolvere a loro aiuti economici.