Covid, Grimaldi: Piemonte in ritardo, sottovalutazione
diritti, Idee, lavoro, Regione, sanità TAGS / covid 19, pandemia, piemonte admin 9 novembre 2020Torino, 9 nov. (askanews) –”Se situazione sfuggita, perché tamponi solo a sintomatici?”
“Stiamo rincorrendo il virus e siamo in ritardo, la Regione oggi sta costruendo gli argini ma la seconda ‘alluvione’ è già in corso; il confronto con il Dirmei in Commissione ci dice che siamo in ritardo su tutto e, tra bandi per nuovi medici e infermieri partiti solo in questi giorni e il nuovo ospedale da campo sotterraneo pronto solo fra qualche settimana, il Piemonte è nelle mani dei suoi operatori che senza avere ‘piani B’ dovranno cavarsela da soli”. Lo ha detto Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione ai margini del confronto in commissione sanità con il Dirmei.
“Tra i punti che Cirio e Icardi stanno ripetendo in questi giorni, limitare i ricoveri e curare i malati Covid19 a casa è il loro focus principale ma come faranno le 88 Uca e i medici di famiglia a fare in emergenza per 50 mila positivi, quello che non sono riusciti a fare per 10 mila? La verità è che mentre il Dirmei sta progettando le barriere per la terza ondata, l’unica soluzione che questa maggioranza è capace di offrire è sperare che le persone non si ammalino anche d’altro. Siamo di fronte ad una sottovalutazione enorme se, come ci hanno detto anche i tecnici impegnati nel Dirmei oggi in Commissione, questa seconda ondata era ampiamente prevedibile e, anzi, un fatto naturale in queste circostanze, legato al ritorno alla vita delle persone, con l’aumento dei contatti tra gli individui e il ritorno a scuola e a lavoro”, ha aggiunto Grimaldi.
“La situazione è scappata di mano e davvero pensiamo di risolverla smettendo di fare i tamponi?” si è chiesto Grimaldi, proponendo 3 step per monitorare il contagio: “dopo il tampone molecolare al sintomatico, fare subito le interviste accurate per rintracciare i contatti e mettere tutti in isolamento nell’attesa; 2. test molecolare ai contatti già sintomatici e test antigenici rapidi a tutti gli altri contatti: i negativi si liberano, i positivi fanno tampone molecolare; 3. dopo 10 giorni di isolamento un nuovo tampone antigenico per ‘liberare’ i negativi. Occorre poi fare campagne con test rapidi nelle RSA e tra le categorie a rischio, ma per fare tutto questo, serve che le USCA funzionino meglio di quanto stiano facendo; i direttori delle ASL le aiutino in tutti i modi”.
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