Su i salari, giù le emissioni ★riprendiamoci tutto★

diritti, Idee, lavoro, mobilità, sinistra, sostenibilità, Torino TAGS / fiat, lavoro, mirafiori, porta 2, stellantis admin 30 agosto 2022
stellantis

Ore 5.20, primo turno Stellantis, Porta 2, Mirafiori

Sembra non conoscere fine il calo delle immatricolazioni nel gruppo Stellantis: un calo in tutta Europa e Regno Unito, di poco più del 21% rispetto al 2021. A fronte di una capacità produttiva italiana potenziale di 1,6 milioni di vetture, oggi ne produciamo solo 700mila, di cui 300mila sono i furgoni Ducato. Siamo convinti che sul futuro dei sette stabilimenti in Italia e sulla componentistica serva un accordo a tre fra Governo, azienda e sindacati, oltre al confronto con la Città di Torino e la Regione Piemonte.
Diciamoci la verità: se non fosse intervenuta la cassa integrazione, ci sarebbero stati dieci anni di licenziamenti. E quanto prende un lavoratore in cassa da dieci anni mentre i dirigenti continuano a fare mega profitti?
La vicenda della Giga Factory a Termoli avrebbe dovuto chiudersi diversamente, ma ora è davvero cruciale portare a Torino la filiera dell’indotto, del riciclo/riuso e dello smaltimento delle batterie, avere il più importante centro di ricerca europeo proprio a TNE Mirafiori.
L’alleanza rosso-verde chiede al prossimo Governo un piano industriale per la mobilità elettrica da qui al 2030, che punti a un obiettivo di almeno 10 milioni di veicoli elettrici circolanti e di 100 mila punti di ricarica pubblica.
Bisogna cambiare il sistema di incentivi dell’auto a sostegno dell’acquisto di sole auto elettriche. Dobbiamo progressivamente incanalare gli incentivi verso le vetture più efficienti e le utilitarie, solo per la prima auto e modulati in base al reddito. Soprattutto serve condivisione. Il vero obiettivo della transizione ecologica non è passare dall’auto a motore endotermico all’auto elettrica, ma uscire dal mondo del trasporto privato per entrare in quello del trasporto collettivo e condiviso. L’auto elettrica dovrà essere interpretata come parte di un sistema di mobilità intermodale e plurale che non abbia più al centro il possesso di uno o più veicoli per nucleo famigliare. Il grande tema della sostenibilità sociale della transizione ecologica non si affronta mantenendo in piedi forzatamente produzioni inquinanti e superate, né cercando di frenare fuori tempo massimo il salto tecnologico e l’innovazione, ma redistribuendo ricchezza e tempo di lavoro.
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