È l’Europa che ce lo chiede…
Idee admin 16 ottobre 2012A Maggio il Parlamento europeo ha chiesto agli “Stati membri” di favorire l’accesso per le coppie omosessuali a istituti giuridici quali coabitazione, unione registrata o matrimonio.
Il Parlamento europeo ha infatti approvato una risoluzione comune sulla ‘Lotta contro l’omofobia in Europa‘, con 430 si, 105 no e 59 astenuti, il Parlamento Europeo ”condanna con forza tutte le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” e ‘‘deplora vivamente che tuttora, all’interno dell’Ue, i diritti fondamentali delle persone ‘Lgbt’ (lesbiche, gay, bisessuali e transgender, ndr) non siano sempre rispettati appieno”. Chiede inoltre agli Stati membri di favorire l’accesso per le coppie gay ”a istituti giuridici quali coabitazione, unione registrata o matrimonio” sollecitando poi la Commissione Ue ed i Governi a ”garantire” l’attuazione ”senza discriminazioni basate sull’orientamento sessuale” della direttiva Ue sulla libera circolazione, ”proponendo misure per riconoscere reciprocamente gli effetti dei documenti di stato civile”.
Ieri un piccolo passo in avanti da parte del Consiglio Comunale e purtroppo anche un’occasione persa.
“COPPIE OMOSESSUALI: ALLINEARE L’ITALIA ALL’EUROPA” – Lo chiede al Parlamento un documento votato in Sala Rossa dopo un serrato confronto.
Con l’approvazione di un ordine del giorno proposto dai consiglieri della maggioranza, il Consiglio comunale invita il Parlamento italiano ad “allineare l’Italia agli altri Paesi dell’Unione Europea per promuovere uguali diritti e pari opportunità per le coppie omosessuali”.
Si tratta, spiega il documento, di rendere “concreti ed esigibili” per legge “i valori fondamentali di libertà ed eguaglianza”, un passo fondamentale per sconfiggere ogni discriminazione.
La sentenza n. 138 del 2010 della Corte costituzionale, ricorda l’ordine del giorno, “riconosce alle coppie dello stesso sesso il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia giuridicamente riconosciuta”.
Il documento ha ricevuto 25 voti a favore (PD, SEL, 5 Stelle, Moderati, il sindaco, IDV e Misto di maggioranza) e 8 contrari (PdL, Cervetti della Lega Nord, FLI), 2 gli astenuti (Moretti dei Moderati, Ricca della Lega Nord).
Respinti due altri documenti: uno di richiesta al Parlamento di modificare il quadro legislativo per introdurre il matrimonio civile e la possibilità di adozione per le coppie dello stesso sesso (primi firmatari Viale, Grimaldi, Onofri) e un secondo per concedere una sala di rappresentanza di Palazzo Civico per cerimonie simboliche per coppie omosessuali (primo firmatario Giuseppe Sbriglio, IDV).
Le votazioni sono state precedute da un ampio dibattito che vi riassumo qui di seguito:
Marco Grimaldi (SEL):
Questa città ha fatto di tutto per diventare capitale dei diritti e grazie al regolamento delle unioni civili ha ribadito che in questo Comune non ci sono discriminazioni tra coppie sposate e conviventi. Siamo arrivati? No, non ci sentiamo appagati e non chiediamo nulla di più di quanto riporta il codice civile e la Costituzione.
La Città apra i suoi luoghi, non per una questione folckloristica, ma con un suo rappresentante che consenta ad una coppia di esprimere il proprio legame in un contesto di ufficialità.
Se chiediamo al Parlamento di legiferare, avremo fatto un passo avanti. Sono per il riconoscimento dei matrimoni e delle adozioni, vogliamo i diritti pieni perché finché ci saranno discriminazioni, esisterà razzismo ed omofobia.
Giuseppe Sbriglio ( Italia dei Valori):
Non illustrerò la mozione di cui sono primo firmatario in quanto ampiamente discussa in Commissione, preferisco ricordare che Torino è una “capitale dei diritti”, e che può tornare oggi ad essere all’avanguardia con un atto che guarda al futuro del nostro Paese.
Stefano Lo Russo (PD)
Il gruppo del PD su questo argomento lascia libertà di voto ai consiglieri, secondo propria sensibilità.
Torino, ben prima di altre città, ha approvato l’istituzione di un registro delle unioni civili, dando di fatto un forte segnale di indirizzo.
I tre atti all’esame oggi hanno indirizzi ben diversi:
- l’ordine del giorno a firma Centillo dichiara l’esigenza di un quadro normativo e legislativo certo per le unioni fra persone dello stesso sesso legate stabilmente da un rapporto affettivo. Auspichiamo che anche in Parlamento si affronti presto il tema di un quadro normativo appositamente creato. Anticipo il mio voto favorevole per questo ordine del giorno;
- l’ordine del giorno a firma Viale auspica di omologare il matrimonio, inteso come istituzione basata sulla famiglia composta da persone di sesso diverso, e le unioni civili fra persone dello stesso sesso. Penso che il processo di riconoscimento delle unioni civili debba passare attraverso una legge apposita. Per questo voterò in modo contrario.
- la mozione a firma Sbriglio mi trova contrario, ritengo inopportuno istituire una sala di Palazzo Civico per le unioni simboliche, in quanto le sale comunali devono essere il riflesso del sentire comune. Anche a questo atto voterò in modo contrario
Lucia Centillo (PD):
Nel nostro Paese esiste una situazione di discriminazione fortissima. Viviamo un ritardo gravissimo anche rispetto alle direttive europee in materia. Nella nostra città, negli anni è stato fatto un grande lavoro per abbattere le barriere sui diritti. Ma non può bastare.
Pur esistendo un tema più ampio riguardante le unioni civili, noi oggi ci soffermiamo sulle unioni fra le coppie omosessuali. Per questo auspico la massima confluenza sull’Ordine del Giorno che ho presentato e sui due documenti presentati da Viale e Sbriglio per continuare una battaglia per la piena equiparazione dei diritti, partendo non dalle provocazioni, ma da azioni positive che diano il segno della nostra piena responsabilità per fare leva sul legislatore, purtroppo inadempiente.
Maurizio Marrone (PdL):
Non condivido la posizione di Centillo, chi crede nella familiare naturale, non può accettare la sua proposta sia a livello politico, sia a livello giuridico.
Vorrei poi sottolineare la confusione del centrosinistra che presenta tre documenti quanto meno imprecisi nelle loro richieste.
Centillo chiede, ad esempio, l’adeguamento a generiche linee europee, dimenticando che ogni Paese ha in realtà interpretato in modo diverso il problema. Le cerimonie simboliche proposte da Sbriglio mi sembrano sostanzialmente inutili, considerato che dal momento che sono stati istituiti i registri per le unioni civili, solo 300 coppie (50 a Torino) vi hanno fatto ricorso.
Infine a Viale rammento che su matrimonio e adozione l’ambito può essere solo quello di una riforma costituzionale.
Silvio Viale (PD)
Oggi il Consiglio ha un’occasione storica, la possibilità di pronunciarsi per la prima volta sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. La difesa dei diritti individuali è un principio fondamentale. Pari diritti e pari opportunità significa anche potersi sposare o poter divorziare Chi è contrario, dice le stesse cose di 50 anni fa quando si discuteva del divorzio. Avevano torto allora e hanno torto oggi. Oggi invitiamo il Parlamento a correggere la legge, non servono modifiche costituzionali, la Costituzione non specifica il concetto di “famiglia naturale”. Tra 15 o 30 anni queste proposte non sembreranno più così avanzate, ma saranno normali come è oggi per il divorzio.
Silvio Magliano (PdL)
Temo che l’ordine del giorno che chiede al Parlamento di legiferare sia un cavallo di Troia che vuole iniziare il percorso verso il riconoscimento del matrimonio omosessuale.
A Torino, dopo l’istituzione del Registro delle unioni civili, ci sono state solo 148 iscrizioni e solamente il 30% sono di persone dello stesso sesso, allora forse non c’è questa grande necessità. Sulle adozioni da parte di coppie omosessuali, poi, la mia contrarietà è totale. Giusto ragionare sui diritti, ma non si possono parificare cose diverse. Il matrimonio è un atto giuridico costituzionale tra un uomo e una donna che si impegnano di fronte allo Stato e ai concittadini. Sono fiero che il PdL sia compatto su questo tema.
Federica Scanderebech (FLI)
Non credo si debbano fare nuove dimostrazioni e simbologie provocatorie e inutili.
Il Comune di Torino ha già dimostrato l’intenzione del riconoscimento con l’istituzione del registro delle unioni civili.
Auguro ai presentatori degli atti che stiamo discutendo di essere eletti in Parlamento e di occuparsi di questi temi nelle sedi legislative opportune. Siamo Consiglieri comunali, non parlamentari, ad ogni sede il suo dibattito.
Domenica Genisio (PD):
Coerentemente con il voto a favore del registro delle unioni civili, voterò l’ordine del giorno sulle convivenze stabili. Quel registro è stato l’inizio di un percorso, ma poco utilizzato, perché non offre molto in mancanza di una legislazione nazionale. Di qui l’invito al Parlamento a legiferare. Occorre approfondire la discussione sul significato di matrimonio e di maternità. Sul tema delle cerimonie simboliche il voto sarà contrario perché le considero provocazione non produttiva così come sono contraria all’apertura alle adozioni da parte delle coppie omosessuali.
Vittorio Bertola (5 Stelle):
Voteremo favorevolmente tutti e tre i documenti, perché si tratta di decisioni che tutelano diritti, per il cui mancato riconoscimento l’Italia è già stata condannata più volte. Il Registro delle unioni civili non ha successo perché non ad esso non si accompagna il riconoscimento di veri diritti. Non si tratta di grandi principi filosofici, ma di tutelare i diritti di persone concrete che soffrono per la loro mancanza, permettendo a ognuno di vivere come crede.
Fabrizio Ricca (Lega Nord):
Due anni fa è stato creato il Registro delle unioni civili e solo 41 coppie vi si sono iscritte, a dimostrazione del fatto che la Città non ne sentiva il bisogno. Quanto all’Europa che alcuni tirano in ballo, credo che abbiamo molto di che occuparci in casa nostra.
Mentre promuovere i diritti e le pari opportunità per le coppie omosessuali mi pare misura di buon senso ma il provvedimento poteva essere più ricco perciò mi asterrò. Voteremo invececontro la mozione che istituisce cerimonie simboliche perché le sale auliche siano utilizzate per cerimonie istituzionali. Voto contrario anche per l’ordine del giorno che invoca il matrimonio civile per persone dello stesso sesso in quanto prevede l’adozione di bambini.
Marta Levi (PD):
Voterò a favore di tutti e tre i provvedimenti. In Italia non sono riconosciute le unioni omosessuali che per lo Stato non esistono, eppure tra loro ci sono famiglie, ci sono bambini. Tutte queste persone chiedono il riconoscimento di queste unioni. La mozione Sbriglio mostra ai cittadini le vicinanza della nostra città a questi cittadini ed è un appello forte al Parlamento perché abbia fine quella che è la più grossa discriminazione che ancora si opera nel nostro Paese
Michele Paolino (PD):
Dichiaro il mio sostegno in maniera convinta al primo ordine del giorno, per promuovere uguali diritti e pari opportunità per tutte le persone. Spero venga approvato con il più largo consenso possibile. Gli altri due documenti non li voterò: tendono a dividere e a provocare, ostentando bandiere. Non c’è bisogno di atti simbolici, ma di diritti concreti riconosciuti.
Fosca Nomis (PD)
Voterò in modo favorevole tutti gli atti. Con questa discussione e con l’approvazione dei documenti possiamo dare un segnale importante, riconfermando l’attenzione di Torino verso il rispetto dei diritti di tutti.
La società cambia, tutti devono poter vivere e costruire una famiglia, è necessario dare una possibilità a tutti, a prescindere dal loro orientamento sessuale.
Paola Ambrogio (PdL):
A giudicare dagli interventi ascoltati, c’è grande confusione in quest’aula, soprattutto tra i banchi del centrosinistra, e la dichiarazione di Lo Russo per lasciare libertà di voto ai consiglieri del suo gruppo, conferma questa mia impressione.
La nostra scelta, come centrodestra, è invece assolutamente chiara: non consentiremo di equiparare la famiglia naturale alle unioni civili omosessuali. Per questo siamo contrari e voteremo contro tutti e tre i documenti presentati.
Andrea Tronzano (PdL):
Non esistono un centrodestra omofobo e un centrosinistra omofilo. Considerarsi all’avanguardia quando non è un’attitudine della società, significa contribuire alla disgregazione.
Il matrimonio è fatto anche per procreare e continuare a preservare l’umanità, per questo trovo aberrante parlare di adozione per le coppie omosessuali. E’ un atto contronatura che non assicura la protezione di bambini e adolescenti e per questo la proposta risulta, peraltro, anticostituzionale.
(tratto da Ufficio stampa del Consiglio comunale)