Italia Bene Comune: come Vendola domenica voterò Bersani.
Idee admin 29 novembre 2012Avrei potuto pubblicare queste righe all’indomani del voto. Ce l’avevo in testa ma mi sembrava giusto non parlare solo da cittadino dei progressisti e provare ad ascoltare le tante ragazze e ragazzi che hanno animato i comitati Vendola, i nostri amministratori, gli iscritti di Sel e tutti i cittadini che ho potuto.
Domenica andrò a votare perché le primarie non sono una competizione sportiva nella quale chi arriva fuori dalla finale sta a casa ad assistere chi vince la medaglia d’oro.
Sosterrò Pier Luigi Bersani, perché credo che in Italia i progressisti possano vincere l’elezioni come in Francia e cambiare l’Europa .
Colpire la crisi alle sue radici, tassare le rendite e le transazioni finanziarie, fermare la precarietà, investire nell’istruzione e nella ricerca, puntare sulla riconversione ecologica dell’economia. Salvare lo stato sociale. Queste le priorità che crediamo il futuro governo dei progressisti e dei democratici dovrà mettere al centro della vita istituzionale e pubblica.
Questa è l’Italia Bene comune.
Come sostiene il comitato Vendola di Torino ” Bersani è convinto, come noi, dell’importanza di consolidare l’alleanza progressista, mentre Renzi non la pensa così: ma senza coalizione sarebbe impossibile sperare nella possibilità di un cambiamento vero, che si affermi contro i populismi e i disegni “neomontiani”. Dobbiamo riconoscere, inoltre, che il programma di Renzi disegna un’idea di Italia che a noi sembra in continuità con le politiche sbagliate degli ultimi anni: lo si può vedere a proposito di scuola e università o delle cosiddette «riforme» del mercato del lavoro e delle pensioni. Temi fondamentali, sui quali Bersani ci sembra molto più convincente. Non si coglie, nella proposta di Renzi, la consapevolezza dei caratteri della crisi economica che sta mettendo in ginocchio l’Europa: sarebbe impossibile, altrimenti, continuare a difendere, come fa il sindaco fiorentino, la vecchia filosofia politica della «terza via» di Tony Blair.”
Per questi motivi mi impegnerò con tanti compagni di Sinistra Ecologia e Libertà a chiedere e invitare tutti i cittadini e le cittadine torinesi che domenica scorsa hanno votato Vendola a scegliere Pierluigi Bersani.
INTERVISTA A VENDOLA tratta da L’UNITA’
Per chi voterà al ballottaggio?
Voterò Bersani, e lo farò perché è una persona perbene, uno dei rari leader politici non affetti da cinismo, un amministratore di talento e soprattutto un uomo di sinistra. Un socialista europeo figlio della migliore tradizione del riformismo italiano.
In cosa consiste quel “profumo di sinistra” che lei dice di aver annusato ascoltando Bersani?
Non c’è dubbio che il lessico e la sensibilità di Bersani sono lontani anni luce dal post-modernismo di ispirazione liberista di Renzi. A Pier Luigi voglio dire che il mio voto l’ha conquistato, ma deve fare lo steso con quello dei miei elettori. E per farlo non basta il mio sostegno.
Cosa dovrebbe fare?
Deve andare oltre il profumo, fare scelte forti e in controtendenza rispetto al pensiero dominante. Faccio un esempio: davanti al premier Monti che evoca la fine del servizio sanitario nazionale servono parole molto più chiare. Così sulla difesa della scuola pubblica e sulle spese militari. Ci sono orecchie attente, soprattutto tra i più giovani. Ora Bersani può e deve accendere una speranza nel Paese.
Renzi sostiene che una quota dei suoi voti siano anti-apparato, contro l’establishment del Pd. E quindi recuperabili proprio dal sindaco rottamatore…
Non c’è dubbio che dopo la fine del berlusconismo non si è messa a fuoco la crisi di quel modello sociale liberal-populista, ma tutta la politica è stata messa sul banco degli imputati senza distinzioni. Questo ha consentito di occultare le ragioni della crisi, a partire proprio dalla subalternità della politica ai poteri finanziari e dalla sua distanza dal mondo del lavoro.
E questa la critica più dura che lei fa a Renzi: non aver rotto questo modello liberista?
Da rottamare è questo modello sociale che ci ha privato di una dimensione comunitaria e solidale e rende sempre più anoressico lo Stato sociale. In Renzi non c’è alcun cenno critico verso l’austerity e la cultura liberista, nessuna eco rispetto all’America che chiede il recupero di un approccio keynesiano.
Se dovesse vincere il sindaco lei resterebbe nella coalizione?
Io lavorerò perché vinca Bersani, questa per me è la priorità e non discuto neppure della subordinata.
Torniamo ai suoi elettori: sono o no rottamatori?
I miei elettori sono in primo luogo sensibili a quel profumo di sinistra….
Eppure Renzi come lei dice no ad una alleanza con Casini…
E’ solo un giochino. Sul mercato del lavoro il sindaco è più a destra dell’Udc, sulla riforma delle pensioni la pensano allo stesso modo. Devo però ammettere che sul piano della tattica è molto bravo a depistare. Ma a me pare che, sui contenuti, il sindaco sia più in sintonia con la Merkel che con Hollande. Un’altra buona ragione per scegliere Bersani.
Che ruolo immagina per se in un eventuale governo di centrosinistra?
Non sono capace di ragionare di politica a partire dalla mia carriera. Ho sempre scelto insieme ai miei compagni, farò lo stesso questa volta.
Lei sarà candidato alle elezioni alla guida delle liste di Sel?
Una domanda prematura, per me l’obiettivo è costruire il partito del futuro, il soggetto capace di raccogliere le energie dei popoli di sinistra, di ricostruire la coalizione del lavoro e dei diritti.
Vuol dire che pensa a una lista comune con il Pd?
Non intendo ridurre il tema della sinistra del futuro a una questione organizzativa.