Grimaldi (SEL-Sinistra Italiana): Presentata la proposta di delibera per garantire l’effettivo accesso alle procedure per l’interruzione volontaria di gravidanza.
diritti, Idee, Regione, sanità TAGS / 194, aborto, consultori, ivg, liberta di coscienza, Marco Grimaldi, sanità Piemonte admin 7 marzo 2017L’OMS ha sottolineato in più occasioni l’importanza dei consultori familiari italiani (istituiti nel 1975 con la legge n. 405 e avviati in Piemonte con la legge regionale n. 39 del 9 luglio 1976), indicati come modello di riferimento per la loro ricchezza di competenze multidisciplinari, mediche e psico-sociali; i servizi consultoriali sono molto apprezzati in particolare dai soggetti più giovani, rivelandosi, inoltre, indispensabili per le donne immigrate.
Come noto, la legge 22 maggio 1978 n. 194 riconosce, da un lato, il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza, dall’altro la facoltà, per il personale sanitario, di sollevare obiezione di coscienza. Tuttavia l’art. 9 comma 4 stabilisce il dovere delle strutture sanitarie di assicurare “in ogni caso” la soddisfazione del diritto all’interruzione di gravidanza.
Il Comitato Europeo dei diritti sociali, con decisione pubblicata in data 11 aprile 2016, ha condannato l’Italia per la violazione di numerose disposizioni della Carta Sociale Europea, poiché l’alta percentuale di obiezione di coscienza all’interruzione volontaria di gravidanza del personale sanitario e la mancata adozione delle necessarie misure da parte delle competenti autorità statali e regionali per rendere effettiva l’applicazione della legge violano il diritto alla salute della donna.
La relazione del Ministero della Sanità dice che nel 2015 le quote di obiettori e non obiettori si sono stabilizzate, dopo un notevole aumento negli anni precedenti. Si è passati dal 58.7 per cento del 2005 al 70.7 per cento di media nel 2015. In alcune regioni, purtroppo, gli obiettori raggiungono quasi il 90 per cento. Tra gli anestesisti la situazione è più stabile con una variazione da 45.7 per cento nel 2005 a 48.4 per cento nel 2015. Per il personale non medico si è osservata nel 2015 una leggera diminuzione (45.8 per cento nel 2014 rispetto a 46.5 per cento del 2013), dopo l’incremento osservato dal 2005 (38.6 per cento). La relazione dice anche che il numero degli obiettori di coscienza nei consultori «è sensibilmente inferiore rispetto a quello registrato nelle strutture ospedaliere». In Piemonte gli obiettori sono il 67,4%.
In questo contesto si è inserita la sentenza n. 3477 del 2010 del Tribunale amministrativo della Puglia, che ha ritenuto che anche il medico obiettore legittimamente inserito nella struttura del Consultorio sia comunque tenuto a fornire informazioni, consulenza e assistenza psicologica della gestante e a svolgere le funzioni proprie del ginecologo (i.e. accertamenti e visite mediche) che esulano dall’iter abortivo e che vengono istituzionalmente svolte dai Consultori familiari.
Nella medesima sentenza, il Tar Puglia ha ritenuto legittima, al fine di evitare una eccessiva concentrazione di obiettori di coscienza nel medesimo consultorio, la predisposizione di bandi finalizzati alla pubblicazione dei turni vacanti per i singoli Consultori che prevedano una riserva di posti del 50% per medici specialisti che non abbiano prestato obiezione di coscienza e al tempo stesso una riserva di posti del restante 50% per medici specialisti obiettori, precisando che tale opzione non si porrebbe in contrasto con il principio di eguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione.
Con la proposta di deliberazione: “Indirizzi e criteri per garantire l’effettivo accesso alle procedure per l’interruzione della gravidanza ai sensi dell’articolo 9, comma 4 della legge 22 maggio 1978, n. 194” - sottoscritta dai consiglieri Accossato, Appiano, Ottria e Rossi - si chiede che le ASL e le ASO, che hanno una concentrazione di obiettori di coscienza superiore al 50%, possano bandire concorsi riservati a medici specialisti che non abbiano prestato obiezione di coscienza; che le ASL e le ASO, al fine di riequilibrare sul territorio regionale il rapporto fra personale obiettore e non obiettore, possano ricorrere anche alle procedure di mobilità del personale; che le ASL prevedano un percorso specifico presso i consultori familiari per le donne che intendono scegliere l’interruzione volontaria di gravidanza.
Si chiede inoltre di demandare alla Giunta regionale l’istituzione di un tavolo di lavoro per individuare la percentuale di obiettori di coscienza presso le strutture sanitarie regionali e la loro distribuzione al fine di predisporre le misure volte a riequilibrare il numero di obiettori rispetto al personale non obiettore.
Il recente caso di una donna di Padova, che è si è vista negare da ventitre ospedali il diritto a interrompere la gravidanza, ha riportato per l’ennesima volta all’onore delle cronache un breve e intenso dibattito sui limiti dell’obiezione di coscienza nelle istituzioni pubbliche.
“Credo che dopo così tanti anni non basti più discutere e ribadire la piena applicazione della 194” – dichiara il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi. – “Medici, anestesisti e operatori sono affidatari di funzioni pubbliche che devono essere pienamente garantite. Per questo ogni direttore delle ASL piemontesi deve evitare concentrazioni di obiettori superiori al 50%, prima di tutto attraverso meccanismi di chiamata interna e incentivi alla mobilità. Se non bastasse, crediamo che si debbano attivare nuove assunzioni. Il bando non ha nulla di discriminatorio o persecutorio nei confronti degli obiettori” – conclude l’esponente di Sinistra Italiana. – “Al contrario: si tratta di promuovere e agevolare, anche con incentivi, chi intende praticare l’igv. A poche ore dallo sciopero internazionale dell’8 marzo, credo che sia ancora necessario ribadire che sul corpo delle donne sono solo loro a scegliere e nessuno su questo può obiettare”.