Il 10 marzo all’Espace 150 anni di lotte operaie, a un secolo dal primo accordo sulle 8 ore di lavoro
cultura, diritti, Eventi, Idee, iniziative, lavoro, Regione, sinistra, solidarietà TAGS / 8 ore, conflitto capitale lavoro, fiom, Marco Grimaldi, orario di lavoro, proxima, teatro espace, torino, un'ora alla volta admin 21 febbraio 2019Grimaldi: “In Italia si lavora troppo o troppo poco. Per questo abbiamo lanciato una proposta di legge regionale per la riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario”
Una lecture curata dall’artista Maurizio Cilli e scritta con il contributo di ricerca di Andrea Aimar, che restituisce oltre 150 anni di lotte operaie per la riduzione dell’orario di lavoro, in difesa del diritto alla dignità del lavoro: Un’ora alla volta è un racconto serrato di immagini, episodi e storie di donne e uomini che restituiscono in chiave poetica il mutamento del tempo del lavoro. Accompagnano la voce narrante dell’artista i contrappunti sonori suonati dal vivo dai musicisti Mauro Battisti (contrabbasso) e Donato Stolfi (batteria). A contribuire alla densità espressiva della narrazione anche le incursioni audio e video di Stephen Berg e Max Boulevard. Oltre alla collezione di oggetti presenti nell’installazione scenica, Cilli ha realizzato in collaborazione con Melina Benedetto una riedizione aggiornata di sette bandiere storiche di lotta operaia.
Dai tessili e dalle mondine dell’Ottocento, passando per la fabbrica fordista, il racconto si snoda dunque fino ad arrivare agli algoritmi simbolo dei nostri anni di un lavoro in continua evoluzione e di nuovi modelli sociali.
“Questo progetto vuole essere un’azione pubblica e corale che gradualmente, sulla leva emotiva suscitata dall’intensità delle storie, coinvolge il pubblico sino a diventare parte stessa del diorama scenico” – racconta Maurizio Cilli, regista e voce narrante dello spettacolo – “La riduzione dell’orario di lavoro è una lente attraverso la quale possiamo rileggere la nostra storia recente, che è anche la storia dei contrasti tra i privilegi economici dei pochi e le vite dei molti, tra i proprietari delle fabbriche e delle terre e i lavoratori delle città e delle campagne”.
“Oggi è il centenario dello storico accordo siglato dalla FIOM per le 8 ore lavorative e le 48 settimanali” – ricorda Marco Grimaldi, tra gli ideatori dell’azione pubblica – ”Dopo averne discusso a lungo durante l’ultima edizione di Proxima, abbiamo lanciato una proposta di legge regionale per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e una campagna nazionale per far rivivere quella battaglia. Stiamo definendo le tappe della proposta nazionale, che presto potrà diventare anche una legge di iniziativa popolare. In Italia si lavora troppo o si lavora troppo poco. Mediamente 1.725 ore/anno (40.5 a settimana) che sono 354 in più rispetto alla Germania e 243 più di un lavoratore francese. Se abbassassimo il limite settimanale di 4 ore, 3 milioni di persone potrebbero avere un posto di lavoro. Per questo oggi non vogliamo solo celebrare quella vittoria storica ma rilanciare un’antica battaglia più attuale che mai”.
“Se si guarda alla storia del lavoro si nota come la gestione del tempo è la chiave dell’organizzazione della produzione. Realizzare più cose in meno tempo è la corsa intrapresa dal capitalismo” – spiega Andrea Aimar, ricercatore e curatore dello spettacolo e del ciclo di conferenze dell’Istituto Gramsci – “L’innovazione tecnologica ha da sempre scandito i ritmi di questa ascesa. Il nostro racconto mette insieme gli scioperi delle mondine con i raffinati algoritmi ad alta frequenza del trading finanziario. Con sotto una ricorrente domanda: dove è finito tutto il tempo guadagnato in quasi due secoli di sviluppo? Nel 2019 abbiamo ritmi di lavoro che ricordano più l’inizio del secolo scorso che non la promessa delle 3 ore di lavoro giornaliere nel 2030 immaginato da Keynes”.
Un’ora alla volta è un’azione pubblica promossa da Proxima,
che si svolgerà domenica 10 marzo, alle ore 20 al Teatro Espace, in via Mantova 38.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti, le donazioni volontarie.
I biglietti sono disponibili con prenotazione scrivendo a
proximafestival@gmail.com