Recovery Plan – Grimaldi (SI): “Subito legge quadro su cambiamenti climatici e transizione ecologica. Fiumi di soldi per domani non bastano se le idee restano quelle di ieri”
Idee TAGS / giudizio universale climatico, Marco Grimaldi, PNRR, recovery plan, riconversione ecologica admin 27 aprile 2021“Siamo di fronte a un giudizio universale sanitario, ambientale e climatico e c’è chi ancora pensa che il Recovery Plan sia una ‘cover green’ delle politiche che ci hanno portato a questo disastro; è come se 10 anni di deindustrializzazione, sottoccupazione e precarietà e la stessa pandemia non ci fossero stati: ‘business as usual’, ma fiumi di soldi per domani non basteranno, se le idee restano quelle di ieri” – dichiara Marco Grimaldi, responsabile nazionale di Sinistra Italiana alla Transizione Ecologica. – “Acquazzoni violenti, grandinate e tempeste di vento e neve sono aumentati del 274% rispetto allo scorso anno. Rischiamo di dover deportare gli ulivi in altura e dare i vitigni in adozione a distanza in Libano e Marocco. Servirebbe tutto un altro piano, basato su un ripensamento radicale della nostra organizzazione sociale e del nostro modello di sviluppo. Si continua ciecamente con piogge di soldi su imprese, grandi opere e interventi che si sarebbero fatti in ogni caso, mentre il Recovery Fund doveva essere un’opportunità di cambiamento”.
“Per noi” – prosegue Grimaldi – “le sei missioni dovrebbero mettere al centro altre riforme urgenti:
1. Una legge contro i cambiamenti climatici e per la transizione, che definisca da subito le linee guida della riconversione ecologica dell’economia e della mobilità, con il più grande piano di rilancio del trasporto pubblico mai visto, che comprenda la gratuità dei mezzi per gli under 14 e per tutte le famiglie sotto i 20mila euro di Isee.
2. ‘Ossigeno Italia’, ovvero un piano di riduzione delle emissioni di tutti i gas climalteranti, coerente con il calcolo globale fatto dalle Nazioni Unite, insieme a un piano per la riforestazione del Paese, con quinte verdi su tutte le aree industriali e la bonifica di tutti i siti inquinanti a spese di chi ha inquinato.
3. L’incremento di nidi e scuole dell’infanzia nella forma pubblica fino alla copertura completa della domanda e il loro inserimento nel percorso dell’obbligo scolastico, finalizzato anche alla riduzione del carico familiare che grava sulle donne; un profondo cambiamento nella scuola pubblica, a partire da classi più piccole, assunzioni e investimenti ben più consistenti.
4. L’abrogazione del patto di stabilità interno, che impedisce agli enti locali di utilizzare l’indebitamento per reperire i fondi necessari per gli investimenti sulle risorse idriche e sulla messa in sicurezza del territorio.
5. La riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, un piano dettagliato, con tempi precisi, per il superamento del gender gap sia rispetto l’accesso al mondo del lavoro (con il raggiungimento del 60% di occupazione femminile) sia rispetto le opportunità di crescita professionale per le donne, e l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio di 5 mesi pienamente retribuito.
6. Un piano di ‘grandi opere salutari’ a partire dalla bonifica delle aree inquinate e dal superamento delle condizioni di contaminazione diffuse”.